ANCONA, FALCONARA E SANT’ELPIDIO:
LEGA SPECIALISTA IN STRATEGIE A PERDERE!
3 DIVERSE TATTICHE, ALTRETTANTE SCONFITTE
Analizzato il quadro politico nella Lega marchigiana. Crescita ferma al 10%. Sindaci al Pd
ELEZIONI AMMINISTRATIVE 26 MAGGIO 2019: VOTA IL CANDIDATO A TE PIÙ VICINO
- Dino LATINI (Liste civiche) (29%, 292 Votes)
- Simone PUGNALONI (Partito Democratico + Movimenti di Sinistra) (25%, 247 Votes)
- David MONTICELLI (Movimento 5 Stelle) (14%, 144 Votes)
- Alberto Maria ALESSANDRINI PASSARINI (Lega) (13%, 130 Votes)
- Achille GINNETTI (Lista civica) (10%, 103 Votes)
- Maria Grazia MARIANI (Difendiamo Osimo + Fratelli d'Italia + Casa Pound) (4%, 43 Votes)
- Fabio PASQUINELLI (Estrema sinistra) (4%, 43 Votes)
Total Voters: 1.002
Come festeggiare un 10.56% medio (ovvero la percentuale conquistata al primo turno dalla Lega nei Comuni al ballottaggio di Falconara Marittima, Ancona e Porto Sant’Elpidio), magari esserne anche più che soddisfatti registrando incrementi a doppia cifra… ma perdere tutti e tre i Comuni al secondo turno.
Dunque il calice di Rosso Cònero, offerto alle recenti Amministrative dalle truppe leghiste ai marchigiani, può essere definito mezzo pieno o mezzo vuoto?
Questioni di punti di vista e niente come e più della politica, al riguardo, si presta alle opinioni, alle strategie, alle manipolazioni matematiche, ordunque ai punti vista.
Basti pensare che lo stesso Di Maio, l’altro giorno, commentando l’andamento grillino ai ballottaggi se ne è uscito fiero, in perfetto Forlaniano anni ‘80, con una chiara vittoria del movimento passato da 4 a 5 Comuni amministrati!
Contento Di Maio, contenti tutti.
Nel caso marchigiano, essendoci il voto del Centro-Destra assai più a caro, il 10.56% leghista, confrontato con quanto successo, contemporaneamente in Italia, da Bolzano a Ragusa, ci preoccupa non poco. Non tanto e non certo per i diretti interessati per i quali vale sempre il detto “chi è causa del suo mal…” quanto per le strategie a perdere adottate dalla Lega in tutti e tre i Comuni al voto.
Abbiamo parlato di strategie al plurale perchè, giusto appunto, la Lega – ormai di gran lunga partito principale di quello che fino al 4 marzo era il Centro-Destra – è riuscita a farsi sbeffeggiare addirittura dal Pd post renziano (2 volte su 3) o dalle liste Civiche (nel caso restante) nonostante l’individuazione di tre diversi modi di fare politica.
E andiamo ad analizzarla, dunque, questa tattica per la quale è giusto pensare al pieno avallo del commissario politico Paolo Arrigoni, da quasi un anno sul territorio, su mandato di Salvini, per costruire la nuova classe dirigente.
Date al Senatore di Lecco tutte le attenuanti dovute alle difficoltà di star dietro ad una crescita esponenziale del consenso sul territorio, non accompagnata da un pari lievito nella stanza dei bottoni, in pratica, in nessun Comune marchigiano; e riconosciute all’uomo lombardo di Salvini la buona fede di chi, catapultato a 500 chilometri da casa, non può comprendere tutto in un botto una realtà mutevole come la marchigiana, realtà a se quasi di chilometro in chilometro… insomma sottolineato come l’incarico era e resta tra i più difficili, rimangono anche gli errori.
Errori in buona fede. Probabilmente commessi per incapacità di dire un no al momento giusto o per essersi fatto scappare il si, magari, per motivazioni opposte.
E poi montagne di consigli sbagliati. E altre collinette, tipiche del panorama marchigiano, di consigli interessati.
Insomma il cocktail scaturito alle urne ad Ancona, Falconara Marittima e Porto Sant’Elpidio, seppur tutte oltre il 10% medio, è stato giudicato imbevibile dai marchigiani chiamati al voto. Marchigiani tra cui quelli, particolarmente significativi, del capoluogo regionale.
E veniamo dunque, in chiave Lega, all’analisi di quanto successo nelle tre realtà sotto esame.
ANCONA: la Lega fa la brava. Si presenta unita e compatta nel Centro-Destra, vincitore alle Politiche e confermato tale in Molise, Friuli e gran parte dei Comuni italiani al voto domenica. Ebbene non solo la Lega fa la brava non creando problemi particolari alla coalizione ma addirittura sposa la strategia teoricamente vincente, quando offerta dal territorio, di offrire compatta la propria forza al candidato Sindaco espressione di una lista civica.
Dunque ad Arrigoni non ci sarebbero da muovere critiche particolari… se non quella, ma non è colpa propria, di essere nato e vissuto 500 chilometri più a Nord e quindi di essersi fidato di chi vendeva Tombolini come Sindaco possibile.
Un candidato che già il quinquennio precedente aveva ottenuto un ridicolo 7% come mai avrebbe potuto trasformarsi in cigno da brutto anatroccolo?
E infatti Ancona non ha assistito ad alcun mutamento genetico confermando addirittura la Mancinelli a Sindaco, praticamente ultimo Primo cittadino Pd d’Italia con Brescia, Teramo e Brindisi!
E Tombolini? Moscio era e ancor più lo è diventato avendogli il sostegno del Centro-Destra fattogli… male, passando dal 7 al 6% scarso.
Tutto questo, però, Senatore Arrigoni, era già scritto da sempre nelle stelle ed era chiaramente intelligibile anche senza spostarsi da Lecco.
Insomma errore da dividere a metà, magari con i cattivi consiglieri, interessati e anconetani (per il linguaggio politichese marchigiano di Centro-Destra sinonimo di sventura).
E passiamo alla confinante Falconara Marittima.
Qui il quadro politico proponeva già una linea percorsa e vincente, insomma facile da perseguire. Si trattava solo di sommare la gioia al altra gioia. Insomma una situazione, ci perdonerà il Senatore, per la quale sarebbe bastata una telefonata (anche da Lecco, senza scomodarsi) e un pizzico di buon senso.
Per motivazioni bocciate dai falconaresi, invece, la Lega preferisce fare da sola, mettere a rischio la riconferma delle civiche di Centro-Destra ma certificare il proprio specifico nell’8.49%!
Ma non basta. Ci risulta che richiesto di apparentarsi alla nuova possibile Prima cittadina, la risposta della Lega sia stata negativa.
Risultato delle urne: Falconara Marittima resta alle civiche grazie ad un manipolo di cittadini di buona volontà, appena 57!, con il Pd che poco non manda un telegramma di ringraziamento.
Come vogliamo chiamare l’operazione? Senza brividi non ci piace?
E veniamo all’ultimo esempio di cosa non fare, a maggio 2019 e giammai alle Comunali con l’attuale legge sui Sindaci, prendendo ad esempio il risultato di Porto Sant’Elpidio.
Qui il Pd e le civiche di Centro-Sinistra presentavano un candidato Sindaco uscente e se la battevano alla pari con il Centro-Destra unito il quale, come ad Ancona, commette l’errore mortale di appoggiarsi ad un candidato Sindaco sbagliato, espressione della lista civica giudicata perdente.
Con una differenza. Mentre ad Ancona la ricerca del candidato a Sindaco si è subito fermata su quello più moscio d’Italia… a Porto Sant’Elpidio la scelta andava fatta tra la lista civica debole e la lista civica di Centro-Destra forte.
Insomma sbagliare per la terza volta non era facile. Il Centro-Destra unito, traino Lega, c’è però riuscito anche stavolta candidando il civico debole salvo apparentarsi con quello forte quando ormai la grande chance era passata.
Risultato? Il candidato debole, sostenuto alla grande da quello forte, recupera voti su voti arrivando quasi al successo… ahi noi mancato per 500 preferenze, cioè 47.80% contro 52.20%.
Essere riusciti – pur avendo speso tempo, energie, ideato strategie ed analizzato tattiche (non ultima la mancata presenza di Salvini nelle Marche al voto, ideata probabilmente per far crescere l’attesa) – a centrare l’en plain lascia pensare.
I marchigiani – ascolti Arrigoni questo consiglio e grido d’allarme – vorrebbero passare ad altri il ruolo di fanalino di coda di regione meno importante d’Italia.
Crediamo di meritarcelo.
Non vorremmo, come l’ultimo soldato giapponese, nascere, crescere e morire Pd!