Il modello Centro-Destra + radicamento nel territorio si mostra vincente sei volte su sei!
Da Nord a Sud, passando per il Centro e le Isole, il voto amministrativo regionale conferma gli italiani maggioranza con il Centro-Destra.
Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Sardegna, Abruzzo, Molise e ieri la Basilicata cambiano di segno, tornando – in alcuni casi dopo decenni di mal governo Pci-Pds-Ds-Pd – ad un opposto segno di riferimento.
Il 26 maggio, inoltre, con Europee e Comunali, anche la Regione Piemonte andrà al rinnovo ed entro l’anno 2019 stessa cosa faranno gli emiliani formalizzando quello che è già nell’aria: risultati storici.
E’ molto probabile che l’anno in corso si chiuda, tra pochi mesi, con l’intera Italia di Centro-Sinistra scalzata da ruoli chiave amministrativi regionali ritenuti, fino a ieri l’altro, intoccabili, per restare con sole quattro regioni centrali (Toscana, Lazio, Umbria e Marche) e tre del Sud (Campania, Puglia e Calabria) in attesa del 2020…
Tra un anno esatto, probabilmente la prima domenica di giugno, anche il resto d’Italia, tra cui la nostra regione, avrà l’occasione, se non sprecata con divisioni politicamente barbare, di portare a casa un “cappotto” destinato direttamente alle pagine di storia.
Affinchè questo avvenga, limitando il concetto alla nostra regione – governata da sempre, fin dalla istituzione nel 1970, dal gruppo Dc-Psi e micro alleati succedutisi nel tempo – saranno fondamentali tre cose: A) che le Liste civiche tornino ad amministrare Osimo, città da sempre laboratorio politico; B) che la vittoria in città apra definitivamente gli occhi a Latini che è tempo di materializzare il salto di qualità proponendo il modello-Osimo al Centro Destra unito quale sicuro punto di riferimento; C) che Lega e Fratelli di Italia, attraverso i propri personaggi di riferimento Arrigoni e Ciccioli, comprendano che ogni altro percorso non assicurerebbe il defenestramento di Ceriscioli o – peggio – l’avvento della Mancinelli!
Chi lo dice? A parte i dati delle ultime sei regioni andate al voto, tutte o quasi a giovarsi dell’apporto di movimenti con ramificazioni importanti nel territorio, abbiamo giocato, nei giorni, a sommare i voti delle prime dieci, per popolazione, città marchigiane con l’elettorato civico di Osimo.
Chiaramente ci siamo limitati a sommare i voti omogenei, cioè Liste civiche di orientamento di Centro-Destra con altre Liste civiche di pari sguardo. Ebbene, invitiamo Arrigoni e Ciccioli a controllare, abbiamo scoperto – da Pesaro a San Benedetto del Tronto – una somma di almeno 100.000 voti a disposizione per un progetto unitario. 100.000 voti civici che, facilmente, nel resto della Regione, potrebbero rastrellare, se motivati a farlo, altri 40/50.000 consensi.
Se si considera che il gap 2015 tra Ceriscioli (251.050) e l’incredibile duo Acquaroli-Spacca fu “appena” di 48.154 consensi, ci vuol poco ad intendere l’immissione o lo spostamento di circa 150.000 preferenze risulterebbe di gran lunga decisivo e soprattutto non rimediabile.
Tornando all’attualità del voto in Basilicata, anche a Potenza e Matera i grillini più che dimezzano la percentuale passando, in appena un anno, dal 44.30% al 20.40%; contemporaneamente triplicano i leghisti saliti dal 6.3’% al 19% e soprattutto, chiudendo col ragionamento in vista delle Regionali Marche 2020, confermando tra la lista del Presidente Bardi e la lista “civica” Idea del team Quagliariello, un interessante 8.10%, manco a dirlo decisivo per la vittoria.