Dopo Le Jene e Mi manda Rai3 un truffato lombardo promette vita dura al falso immobiliare
Ci contatta l’ennesimo truffato da Marco Piergiacomi, il signor
Samuele di Varese. A differenziare il contributo portato dal lettore,
rispetto agli altri interventi fin qui giunti in Redazione, la volontà
di Samuele di perseguire per davvero Piergiacomi, sia pur attraverso
lo strumento di una legge fatiscente, come vedremo.
Uno dei tanti meccanismi sconosciuti alle persone perbene, ma
abusatissimi dai Piergiacomi di tutta Italia, è che per la presunta
parte lesa non basta denunciare un reato e restarsene a guardare
l’operato dello Stato.
I comportamenti fuori legge sono infatti, sostanzialmente, divisi in
due tronconi: quelli perseguibili di ufficio dallo Stato (generalmente
gli episodi più gravi) e quelli “privati”, senza una ricaduta per la
società, perseguibili a querela di una parte.
Querelare per truffa e poi restarsene inermi ad aspettare la sentenza,
come fanno 9 truffati e mezzo su 10, provoca invece soltanto ulcere e
perdita di tempo.
Se infatti si decide di portare in Tribunale Marci Piergiacomi bisogna
mettersi in testa dell’opportunità di farsi rappresentare da un
avvocato (e relativi costi) ed essere soprattutto disponibili a
seguire in prima persona il dibattito in aula. Con relative spese di
viaggio verso il Tribunale dove il reato è stato commesso (in questo
caso giurisdizione Ancona), perdite di giorni di lavoro e magari alla
fine arrivare anche ad una sentenza di condanna ma a zero euro di
riottenimento dell’importo truffato e delle spese sostenute.
Quantificando il tutto in soldoni si può affermare che, nei fatti, lo
Stato Italiano tutela i… diritti del truffatore fino ad un importo
di circa 3.000 euro!
Sotto quella cifra perduta promuovere una azione è infatti
economicamente una operazione a perdere, in quanto aggiunge un danno
più grave ad un primo danno modesto.
Tra i 3.000 e i 5.000 euro perduti con una truffa, ugualmente, la
decisione di denunciare dovrebbe essere fortemente valutata più e più
volte, legata essenzialmente alle chanches di rientrare in possesso
della somma perduta attraverso i beni, quasi mai al sole, del
truffatore.
Oltre i 5.000 euro perduti restiamo pur sempre nel campo delle truffe
ma di importo significativamente diverso, fuori dalla logica che anima
Marco Piergiacomi e mille e mille furbetti in tutto lo Stivale. Certi
di una sostanziale impunità, garantita, spiace riaffermarlo, dal
nostro sistema giudiziario.
Anzi, come dicono a Napoli, il povero denunciante non di rado, dopo
essere stato fatto cornuto dal Piergiacomi di turno, viene anche
mazziato dal giudice di turno!
Non presentarsi in aula una prima volta, per un processo su querela
proposta dal cittadino, comporta il bonorio rinvio dell’udienza ad
altra data; la seconda “buca” data al Tribunale, però, potrebbe
spazientire il giudice e chiedere il vostro accompagnamento in aula
attraverso i Carabinieri!
A quel punto, per uscire da un autentico inferno di carte bollate, il
consiglio diventa uno solo: tornare nella caserma dove anni prima
avevate denunciato Piergiacomi e chiedere di rimettere, vale a dire
annullare, la querela sottoscritta.
In questo modo Piergiacomi potrebbe farvi pervenire un bigliettino di
ringraziamenti (a volte Marco si sente gentiluomo e si lascia andare a
gesti galanti) e voi riacquistare la “libertà” perduta; ma non i soldi
e non l’arrabbiatura per essere nati italiani. Chiaro? Chiaro.
“Buongiorno, sono Samuele da Varese, truffato nel 2016.
Ho raccolto le testimonianze degli altri truffati, denunciato Marco
Piergiacomi a “Mi manda Raitre” e spinto “Le Iene” ad intervistarlo;
oltre ad aver denunciato su tutti i siti possibili il suo operato.
La maggior parte dei truffati, grazie alla nostra Giustizia che ci
costringe a presenziare con un avvocato alle udienze ad Ancona, non
porta avanti la denuncia per non spendere almeno 3.000 euro (tra
studio legale, giornate perse di lavoro, costi per le trasferte,
ecc…) per poi non recuperarne neanche 300!
Per questo motivo il Piergiacomi e altri parassiti come lui continuano
a fare il loro sporco lavoro, indisturbati.
Io invece non mi fermo. A fine aprile ho la seconda udienza; la prima
è saltata perchè il suo avvocato ha fatto sciopero e il giudice non ha
potuto nemmeno ascoltare la mia testimonianza; anche su questo avrei
da dire.
Faccio notare che sono passati tre anni dalla denuncia ed ancora non è
stato processato per il reato nei miei confronti.
Come avete già scritto, tutto questo impone molte domande:
1) perchè viene permesso a certa gente di avere ancora delle Sim con
cui telefonare?
E se queste Sim non sono a suo nome, perchè non viene condannato anche
chi gli fa da prestanome? Ci vuole un attimo a verificare a chi sono
intestati i numeri di telefono che usa.
2) perchè non viene impiegato a lavorare per lo Stato, nei lavori più
pesanti; e lo stipendio non viene utilizzato interamente per risarcire
tutti i truffati con interessi e danni morali?
Altro che mantenuto in carcere (ma nemmeno quello…); a quest’ora gli
era già passata la voglia di rubare e tutti sarebbero stati risarciti.
3) perchè permettiamo a questo parassita di rispondere pubblicamente,
nero su bianco ai truffati, che “la vita è bella e me la godo” o anche
“ci tengo a fare lavorare il mio avvocato” andando in giro a fare il
buffone, senza che gli venga fatto nulla?
4) perchè una persona truffata ha l’obbligo di spendere almeno 10
volte tanto il valore della truffa per fare valere i propri diritti,
quando dovrebbe bastare la denuncia depositata presso i carabinieri di
zona?
Mi piacerebbe che qualcuno fosse in grado di rispondere seriamente ma
soprattutto che attuasse i suggerimenti sopra”.
La risposta è amara ma giova ripeterla. Tutto questo accade perchè
l’Italia, cioè io, tu. Piergiacomi, tutti noi – probabilmente
Piergiacomi un pò meno interessato… – ha tanti altri irrisolti
problemi, moltissimi addirittura storici, che non riesce o non vuole
risolvere.
Pensa solo alla questione delle truffe e di quanti nuove carceri
occorrerebbero, in tutta Italia, se Piergiacomi e i suoi fratelli
avessero a che fare con una vera Giustizia?
Senza contare che ogni nuovo carcere costa soldi per farlo e per
mantenerlo e non rende indietro neanche un centesimo.
Mentre invece le truffe (e tanti altri reati similari, vedi ad esempio
i furti) li paga il singolo cittadino!
Egregio Direttore, ringrazio per la pubblicazione della mia denuncia e per la Sua risposta. Preciso che non voglio che si riempiano le carceri di questa gente. Come riportato sopra, sarebbe sufficiente metterli a lavorare con il totale sequestro dello stipendio per la restituzione di quanto rubato, sono sicuro che in breve cambieranno “mestiere”.
Carissimo Signore,
Ma che razza di film lei se visto di recente alla tv per scrivere certe parole??
Un povero coglione come Marchino Pane e Sola, chi mai sano di mente lo prenderebbe a lavorare?
Desolato ma senza lavoro nessun stipendio, ma una soluzione ottimale per un farabutto come questo ci sarebbe, basterebbe metterlo all’interno delle patrie galere
Farcelo rimanere senza fargli fare l’ora d’aria qualche mese, ovviamente tenerlo in una bella cella con qualche marocchino bello grosso che ogni tanto se lo ingroppa
Poi lo metterei ai lavori socialmente utili, tipo spalare la merda in qualche mattatoio
Comunale e lo stipendio lo si darebbe ai truffati, sai come gli roderebbe il
Chiccherone al Marchì manolesta
Vi aggiorno su come procede con il “Sig. Piergiacomi Marco”. Stamattina sono stato ascoltato dal PM presso il tribunale di Ancona e dopo di me il Maresciallo dei Carabinieri di Ancona. Ora è agli atti che trattasi di truffatore seriale e che sta continuando serenamente il suo “lavoro”. Purtroppo non è ancora stata emessa alcuna condanna ma rinviato il processo al 3 luglio per ascoltare la testimonianza di un altra vittima. Mi auguro di vedere al più presto una condanna degna della sofferenza che sta provocando questo buffone.