In vista delle Regionali verso uno scontro Ancona-Ascoli con Osimo possibile ago della bilancia
Con la storica caduta anche della regione Umbria, dopo una serie di allarmanti sconfitte regionali (se proprio non si intendono nominare con il loro nome di batoste), è ormai certificato dall’Unesco che le Amministrazioni di Osimo e Castelfidardo godranno, da qui al termine del mandato, della speciale tutela riservata alla bestie rare se non addirittura in via di estinzione.
Dunque, nessuno tocchi Pugnaloni o pensi di sfiorare Ascani, Sindaci appartenenti ad una etnia ormai rarissima e – quel che è peggio – non più in grado di riprodursi.
Gli umbri, a nome degli italiani tutti che – grazie al piddino Mattarella non hanno ancora potuto – hanno così sonoramente bocciato l’esperimento giallo-rosso di sommare due forze perdenti preferendo una coalizione vincente a guida Salviniana.
I fans del comico Beppe Grillo, dopo essersi dimezzati alle Europee (rispetto alle Politiche dell’anno prima), si sono ulteriormente dimezzati (7.40%) al punto di essere praticamente pronti, alla prossima tornata in Emilia e Calabria, a virare sull’antico e più congeniale livello di prefisso telefonico.
I piddini, in una della più strenui roccaforti come quella della regione verde, riescono in qualche modo a non fare altrettanto, limitando la Caporetto attorno ad un 22.3%, dato comunque più alto di quanto stimato a livello nazionale.
Percorrendo appena 50 chilometri, in linea d’aria, tra il confine umbro verso il mare, ovvero approdando ad Osimo, appena quattro mesi fa gli italiani Senza Testa avevano approvato l’esperimento di fondere insieme il bertoldiano Pugnalonesimo con quanto restava dei Cinque Stelle, ricavandone un successo al foto finish, sia pur prevalendo per lo 0,000 al referendum Latini contro tutti.
Un referendum a cui, a buon diritto, oltre alle 5 Sinistre pugnaloniane, si sono iscritti gli scampati ai pluri dimezzamenti a 5 stelle, i reprobi fedeli alla Mariani (al motto me lo taglio ma non te lo do) e persino qualche frangia leghista, sobillata all’autogol dall’astuta campagna personale portata avanti dai due Alessandrini, padre e figlio, al grido “Muoia Sansone con tutti i Civistei…”.
Risultato? Ad Osimo come in Italia, una folta fetta di perdenti sul piano della proposta personale è riuscita a non far governare la parte politica nettamente maggioritaria ma non abbastanza dall’essere certificata dal 50% + 1 voto al primo turno.
Dopo di che la storia è nota. Gli elettori-medi, pensando di aver già compiuto il proprio dovere, non partecipano al voto di ballottaggio in ugual misura mentre sull’altro fronte le 5 Sinistre e i 5 Stelle, coalizzati pur ai minimi termini, riescono ad attrarre a Sinistra il voto delle false civiche Ginnettiane e tutto il voto anti Latini possibile.
Ecco così che una massa informe e perdente diviene, contro ogni volere popolare, maggioranza! Per soli 2 voti nel 2014 e – visto che il film in qualche è piaciuto alle minoranze – per 152 preferenze nel 2019.
Ora il film osimano, appena andato in onda a maggio, tra pochi mesi rischia di replicarsi alle Regionali di giugno 2020. Come l’appena caduta Umbria e la cadente Emilia (a gennaio), anche le Marche rappresentano un fortino storico della Sinistra, fin dall’istituzione nel 1970.
Non essendoci, governo del terremoto a parte, scandali particolari da rivendicare rispetto alla vicina Umbria (si pensi che osimani sono riusciti a passar sopra e sostanzialmente infischiarsene di essersi fatte scippare, in meno di 15 anni, un nuovo ospedale in cambio dall’uscita addirittura dal sistema ospedaliero Asur… come dire passare dalla Champions alla Serie B senza batter ciglio!) e altamente probabile che il risultato del Centro-Destra marchigiano farà qualche fatica in più ad imporsi.
Il voto, stando alle previsioni a sette mesi, dovrebbe essere molto più incerto, specie se il Centro-Sinistra, pur di restare aggrappato al potere, dovesse decidere di giocarsi il yolly, ovvero nonna Sindaca Mancinelli.
Sull’altro fronte Giorgia Meloni, sull’onda dell’entusiasmo perugino, ha già rivendicato a Fratelli d’Italia il diritto ad indicare il candidato Governatore delle Marche nell’ex missino Guido Castelli, 54 anni, senese ma ascolano di adozione e creatura politica targata Alemanno & Gasparri.
Un derby Ancona-Ascoli, come nel calcio, che dovrebbe dar ragione ai Piceni, forti del fatto che lasceranno spazio – così giurano e spergiurano – anche alle forze civiche di area.
Forze civiche si; ma Osimo ne sarà compresa?
Chi può dirlo? Oggi come oggi se la decisione ultima fosse rimessa a Castelli, l’ago della bilancia penderebbe verso il si, non foss’altro per il tornaconto di recuperare alla causa i 7.000 latiniani tondi tondi, diversamente al mare.
Ma al momento la candidatura di Castelli è tutt’altro che certificata e persino il grande vecchio Ciccioli, missino per davvero, starebbe facendo un pensierino alla poltrona della vita… con ciò chiudendo automaticamente le porte a Latini e alla dote di voti.
La speranza per gli osimani che non si rispecchiano nel Pugnalonesimo ad oltranza in insipida salsa stellata? Riunire le varie anime civiche regionali di Centro-Destra in un cartello personale “Castelli Governatore” con funzioni da ago della bilancia.
Sarebbe, tutto sommato, una rivincita politica in grado di ripagare, nella stessa moneta, due elezioni consecutive andate a male per il gusto masochistico di farsi del male a tutti i costi.