Fase 2, Arcuri sceglie la statunitense Abbott. Ordinati 4 milioni di kit sierologici con sensibilità anticorpale superiore al 99%. Confermata l’inutilità dello screening osimano
Rapid test a 400 dipendenti comunali, la fretta di fare e il desiderio sfrenato di comparire, al limite della libidine, stavolta giocano un brutto scherzo a Pugnaloni: buttati nel cestino 6.853 euro e 52 centesimi degli osimani!
A confermare, per lo Stato Italiano, l’inutilità legale e quindi scientifica dei risultati prodotti dagli accricchi cinesi – come OSIMO OGGI aveva più volte avvisato, restando puntualmente inascoltato – ha puntualmente pensato il Commissario straordinario per l’emergenza Covid.
Così, mentre Pugnaloni si esibiva via web – alternando con disinvoltura la fiera “Bella ciao” con intonazioni e lodi decisamente più mistiche, fino ad unire il proprio vocione a quello dei fraticelli supplicanti San Giuseppe per una grazia anti virus – Arcuri ha sciolto l’ultima riserva con giorni di anticipo: ad accompagnare il Bel Paese nella lunga fase di convivenza col Covid sarà il colosso farmaceutico statunitense Abbott laboratories.
Una multinazionale, quella di Chicago (capace di 22.000 dipendenti e un fatturato di oltre 30 miliardi di dollari) ad affiancare l’Italia quale partner strategico, da lunedì 5 maggio, nella cosiddetta fase 2, con una capacità di fuoco stimata in un milione di test a settimana. E sensibilità sierologiche superiori al 99%.
Ne consegue (ma per immaginarlo non occorreva travestirsi da Nostradamus) che quanto fatto fino ad oggi dall’iniziativa di governatori regionali e – qua e la – da Sindaci intraprendenti quanto dissipatori alla Pugnaloni, assume per lo Stato la valenza tipica del tempo perso e della carta straccia. Buone intenzioni di cui, da sempre, l’inferno viene ciclicamente lastricato.
Peccato che trattasi di carta straccia del tipo pregiato, per intenderci pagata per buona dai contribuenti osimani; valuta pagata con i sempre meno soldi a disposizione degli Enti pubblici verso i cittadini, ancora una volta osimani.
Vero è che l’Amministrazione Pugnaloni, immaginando un lungo periodo di vacche magre, ha appena approvato un bilancio triennale di previsione (2020-2022) tutto lacrime e sangue per le quasi 15.000 famiglie, votanti Pugnaloni o meno, chiamate a sostenere gravosi aumenti di tutti i tipi.
Ma proprio perchè i soldi non crescono sugli alberi non sarebbe stato il caso porre una doppia attenzione sul come spenderli? Specie quando non esattamente propri?
Tanto per suggerire un ambito migliore di spesa, con i 6.853,52 euro e il tempo utilizzato per una pura operazione di immagine (vedi conferenze stampa a go-go o i ripetuti passaggi Rai, persino nazionale!) si poteva allargare di 46 famiglie la platea di quanti avrebbero potuto beneficiare di buoni pasto da 150 euro… o magari evitare ad una quarantina di automobilisti le previste trappole autovelox inserite in Bilancio (botte da 168 euro transitando a 56 km/h su strada limitata ai 50); salassi che non fanno piacere in tempi di vacche grasse… figuriamoci negli anni che ci attendono, quelli della nera crisi economica post virus.
No. Meglio pagare screening da 1.856,40 euro al dottor Francesco Cenerelli e versarne in cassa altri 4.997,12 euro alla TJ Point Srl di altri osimani; tal Massimo Falappa venditore del kit cinese, inutile quanto costoso o costoso quanto inutile. Decida Pugnaloni.
Per la cronaca, così come la TJ Point Srl ha omaggiato 100 test a Pugnaloni a fronte dell’acquisto di 400 kit… anche la Abbott, vincitrice del bando indetto dal Governo tra 72 possibili fornitori partecipanti, ha fatto premio Arcuri della prima fornitura da 150.000 pezzi richiesta dal Commissario anti virus. La parte restante di 3.850.000 di test sierologici verranno ovviamente acquistati dall’Italia, ad un prezzo non reso noto ma certamente competitivo, vista la grande quantità di strumenti acquistati.
E’ previsto che i test verranno distribuiti in circa un migliaio di laboratori in tutta Italia da cui ricavare fino a 200 risposte ogni ora.
La sperimentazione, quella vera, partirà in tutte le regioni da lunedì prossimo e riguarderà campioni specifici di popolazione, scelta inizialmente in base a genere, lavoro, provenienza geografica e sei diverse fasce di età.
“Una massiccia messa in campo di test anticorpali – ha osservato Arcuri – che ci permetteranno di raggiungere i primi risultati sin da subito, contribuendo a far aumentare negli italiani la fiducia, si spera; ora che lentamente ci apprestiamo, gradualmente, a tornare alla nostra vita”.