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I giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, hanno scarcerato l’ex sindaco di San Biagio Platani (Agrigento) Santo Sabella, 58 anni.
Arrestato il 22 gennaio 2018 nell’ambito della maxi inchiesta antimafia denominata “Montagna” con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, l’ex primo cittadino è stato buttato fuori dalla cella dopo meno di 2 anni.
In questo caso, consumatosi a gennaio, il virus non c’entra nulla; trattasi di uno dei tanti casi discrezionali in potere ai giudici.
Il collegio di Agrigento, come chiesto dai legali di Sabella, gli avvocati Antonino Gaziano e Antonino Mormino, gli ha unicamente applicato il divieto di dimora nella propria provincia. Sabella.
In particolare il politico è accusato di avere stretto un patto con il boss del paese Giuseppe Nugara, capo mafia che a sua volta gli avrebbe garantito un adeguato e decisivo sostegno elettorale alle Amministrative del 2014, quando Sabella venne effettivamente eletto Sindaco!
In cambio dei voti la nomina di Sabella fruttò alla mafia locale appalti e posti di lavoro per uomini al clan Nugara.
I legali di Sabella, nel perorare i motivi di scarcerazione, hanno sostenuto che le esigenze cautelari fossero ormai attenuate dal decorso del tempo e dalla circostanza che il dibattimento è ormai agli sgoccioli, almeno per quanto riguarda la posizione di Sabella.
Il Comune di San Biagio Platani, in seguito all’inchiesta fu sciolto dal Consiglio dei Ministri per infiltrazioni della criminalità organizzata.