Il comitato scientifico mette le mani avanti: in assenza o in ritardo di misure adeguate (compreso lo stop ulteriore all’attività scolastica) il numero degli infettati 2021 in Italia supererà quota 400.000
L’epidemia in Italia non si ferma, anzi! Dopo i 17 focolai attivi, noti fino alla settimana scorsa su tutto il territorio nazionale, ne stanno scoppiando altri come funghi.
Questa in sintesi la sentenza nell’ultimo report di monitoraggio del ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità (ISS) appena pubblicato, documento dove viene sottolineato come in molte regioni stia crescendo l’indice di contagio Rt.
Ed è proprio notizia di oggi che mentre 14 regioni sono già prossime alla soglia di zero contagi, ben altre 6 non lo sono affatto; in taluni casi infatti i contagi stanno ricominciando con dei focolai e in Lombardia sebbene contenuta, l’epidemia cinese c’è ancora con nuovi casi recenti a Brescia.
In Emilia Romagna i contagi risalgono col focolaio boom di Bologna nell’azienda di trasporti ex Bartolini e alla TNT, ma pure con il nuovo focolaio di Parma e di Rimini; così come a Mondragone (Caserta).
Altre preoccupazioni nascono come funghi in Piemonte, Toscana, Lazio (segnatamente a Roma), Campania, Sicilia e ora pure di nuovo in Veneto, tanto da scatenare le furie del governatore ZAIA che ha minacciato nuove durissime misure restrittive.
Dopo il caso di Vicenza (con la morte del nuovo paziente ZERO), ben 100 persone sono in quarantena a Padova dopo un matrimonio!
E mentre lo scontro tra alcune regioni sulle riaperture sta determinando divisioni tra la politica periferica (quella regionale) e il Governo centrale, con tensioni sempre più crescenti, nella maggioranza Pd-5 Stelle prevale la prudenza.
Specie dopo che di recente il Comitato scientifico avrebbe inviato un “documento segreto” al Premier Conte che recita: «Analizzando i dati sull’andamento del contagio appare evidente che lo spazio di manovra sulle riaperture non è molto».
Così, con queste poche parole di pessimismo ragionato, il comitato tecnico scientifico ha letteralmente gelato il governo.
Ma di cosa parlava questo documento segreto destinato a Conte? Che accadrebbe se si decidesse di aprire tutto immediatamente? La risposta degli esperti del governo è terrificante: entro la fine dell’anno i ricoveri si moltiplicherebbero, peggio che nella prima ondata, a 430.000 unità, di cui un terzo abbondante in terapia intensiva di cui non disponiamo per tali numeri.
In sostanza collasso totale del sistema ospedaliero; migliaia e migliaia di morti.
E se a settembre continuassero a restare chiuse solo le scuole? In questo caso il comitato scientifico quota un piccolo calo – da 430.000 a 397.000 infettati ospedalizzati o in quarantena – con il picco di terapie intensive ridotto da 151.000 a 109.000 pazienti.
Dati terribili, spaventosi, che hanno fatto fare a Conte e compagni un passo indietro! Talmente preoccupanti che hanno spinto il premier e l’esecutivo a varare l’ennesimo DPCM sulla fase 2 assai più prudente da quello precedentemente “ventilato”.
Nonostante l’onda di numerose proteste, il Ministro della Salute Roberto SPERANZA, ha firmato martedì mattina un nuovo decreto ministeriale con cui vengono ulteriormente definiti i criteri relativi alle attività di monitoraggio del rischio sanitario circa l’evoluzione della situazione epidemiologica.
Nel Decreto si legge in sostanza che indice di contagio Rt, posti nelle terapie intensive, capacità di monitorare l’andamento del coronavirus saranno i criteri che d’ora in avanti le Regioni potranno «vantare» con il Governo per ottenere riaperture diversificate e più ampie.
Ma sempre secondo il decreto, si dice anche che il Governo potrà usare i medesimi parametri per imporre chiusure e «zone rosse». E a seguito delle ultime notti di follia, con la movida che impazzava in tante piazze italiane, il Ministro per gli Affari regionali Boccia ha dichiarato: “…se è comprensibile e umano, dopo tre mesi, uscire di casa, non dobbiamo dimenticare che siamo ancora dentro il Covid 19… e dunque chi alimenta la movida sta tradendo i sacrifici fatti da milioni di italiani”.
Ecco un parziale elenco dei focolai scoppiati di recente nello Stivale.
In VNETO, nel VICENTINO, un manager che era stato in Serbia, pur avendo chiari sintomi di malattia dopo aver partecipato ad una festa e pure ad un funerale, ha passato il virus ad altre quattro persone col risultato di spedire oltre cento persone in isolamento.
Non da meno, in quanto a mancanza di rispetto, un kosovaro di ritorno dai Balcani e che a PREDAZZO, in TRENTINO, ha eluso l’isolamento per partecipare ad una festa per poi scoprire di aver infettat almeno 8 partecipanti.
A FIRENZE, ad AREZZO e in molte città della costiera TOSCANA sono stati identificate piccole comunità di immigrati, in prevalenza peruviani e cingalesi, che si sono passati fra loro il virus all’interno di abitazioni sovraffollate.
In EMILIA E ROMAGNA salgono a 117 i positivi e a 2 i ricoverati; l’esatto bilancio del focolaio scoppiato nella ditta di spedizioni ex Bartolini.
In CAMPANIA si è appena spento il focolaio di MONDRAGONE con un bilancio pesante: 73 positivi, 5 palazzine con 700 abitanti in quarantena, in prevalenza braccianti bulgari.
PIEMONTE: 13 contagi in VAL D’OSSOLA riconducibili a personale frontaliero.
FRIULI VENEZIA GIULIA: brutta sorpresa a Trieste con 8 positività collegate a un ufficio di pratiche import-export dedito al lavoro con Paesi della ex Jugoslavia.
LAZIO: a FIUMICINO un inserviente del Bangladesh ha contagiato colleghi e proprietari di un ristorante. Questo fatto si aggiunge al focolaio di Roma nel centro Estivo.
SICILIA: ad AGRIGENTO soccorsi in nave 28 emigranti.