Pugnaloni e i Sindaci terrapiattisti messi all’angolo dalla riaffermazione allo Stato di ogni competenza in materia. I Comuni, al massimo, potranno provare ad inventarsi un monopolio degli “spazi antenne”; in realtà le compagnie telefoniche andranno dove la tecnologia godrà di maggiori convenienze
La notizia rientra tra quelle scontate ma comunque meritevole di essere data, non foss’altro per il gran disbrigo di sforzi messi in campo surrittiziamente dal Sindaco PUGNALONI, sostenuto da moltiplici circuiti di creduloni ad oltranza, tutti convinti della sicura piattezza del pianeta Terra.
E’ di queste ore la buona notizia che indica in Genga, a partire dal 2022, l’unico Comune in provincia di Ancona ad essere interessato dalla sperimentazione nazionale della nuova tecnologia 5G e relativo posizionamento di antenne.
Il Sindaco del paesino, 1.700 anime, noto per aver dato i natali a Jessica RIZZO, non ha potuto che abbozzare la decisione del Garante delle Comunicazioni, consapevole che su questi grandi temi la competenza non è delegata ai Comuni ma riservata allo Stato; come è emerso dalle prime ordinanze di divieto (emesse alla PUGNALONI) da prima sospese dal Tar ed infine bocciate dall’ultima parola del Governo che nel recente Decreto “semplificazioni” ha ribadito il pieno potere di Roma in materia.
Difficile, pur volendo essere buoni, poter immaginare, anche per un attimo, il contrario.
Tutto quello che i Sindaci potranno provare a portare a casa, come ha ben compreso subito PUGNALONI, è un pò di soldi creando un surrettizio “piano antenne” che, con la scusa di evitare scelte impattanti, tolgano ai privati la possibilità di commercializzare eventuali siti.
In realtà, da che mondo è mondo, le compagnie telefoniche sono disponibili a ben pagare, anche molto bene, gli spazi ritenuti utili; spazi utili e quindi commerciabili se portatori di vantaggi per la tecnologia rispetto ad altri, magari pubblici ma meno interessanti.
Detto più banalmente: i Comuni potranno individuare, Osimo in testa, tutti i “piani antenna” possibili… ma se lo spazio migliore dove impiantare la tecnologia dovesse ricadere in mano privata… l’offerta non sarà mai destinata al Comune!
Come è giusto che sia.