Minato dalla politica del Partito democratico l’ennesimo esempio di buon governo lasciato in eredità dalle Amministrazioni civiche, 1999-2014. Il Consorzio, “ospite” del Campana, dovrebbe comunque riuscire ad andare avanti
Detto e fatto. Con il prossimo 31 dicembre Osimo esce dal Consorzio per l’Alta formazione voluto nel 2003 dall’allora Sindaco LATINI.
Socio fondatore, il Comune di Osimo abbbandona l’esperienza formativa dei nuovi manager pubblici, portata avanti fino ad oggi in collaborazione con le università di Macerata e Camerino, in forza del fatto che il Consorzio ha chiuso, negli ultimi tre anni, due stagioni con saldo negativo di pochi spiccioli, circa 25.000 euro in totale. Cifra, guarda caso, corrispondente casualmente alla somma non erogata, dal 2016 ad oggi, dallo stesso Comune al Consorzio quale quota annuale (pari a 5.000 euro) di partecipazione.
Insomma per anni l’Amministrazione PUGNALONI ha omesso di pagare quanto dovuto al solo scopo di costringere in rosso più bilanci del Consorzio e potersene uscire “pulito”, come la legge non solo consente ma addirittura obbliga in questi casi.
Ovviamente tutta questa operazione costituisce solo un abile maneggio contabile per far risaltare quanto politicamente conviene, pur non esattamente nominabile con la stessa liceità: far sparire ogni traccia residua del passaggio civico del movimento alla guida di questa città.
A riprova di quanto sopra la circostanza, dopo un’ora e mezzo di dibattito consiliare, che vuole l’Amministrazione vicina, in ogni caso alle esigenze che il Consorzio dovesse denunciare in futuro.
E si perchè nonostante la decretata uscita a far data 1° gennaio 2021, il Comune non potrà comunque evitare di pagare quanto di competenza, vale a dire le annualità pregresse per le quali risulta moroso: soldi con i quali il Consorzio, anche senza la partecupazione futura di Osimo, conta di toccare il porto della parità di bilancio e quindi le questioni legate ad un eventuale sciogliento.
Ma c’è di più. L’uscita del Comune e socio fondatore non comporta, in automatico, lo sfratto del Consorzio dalla prestigiosa cornice Campana, sede del master in diritto amministrativo.
Anzi il Comune, per bocca dello stesso PUGNALONI, si è detto disponibile a venire incontro alle esigenze che dovessero manifestarsi…
Con questi risultati pratici. Osimo dal 2021, uscendo dal Cda, non verserà più la quota associativa di 5.000 euro ma rischia seriamente di pagarne di più, non foss’altro in forza degli spazi occupati dal consorzio al Campana, non si comprende, a questo punto, a quale titolo se non di favore…
Il risultato probabile è che il costo dell’operazione, anzichè azzerarsi, andrà ad aumentare… non essendo pensabile che gli spazi presso l’Istituto possano costare, in un anno, sotto forma di contributo, molto meno…
La differenza pare sostanziale. Se i 5.000 euro assicuravano la titolarietà alla città dell’operazione (con il prestigio di ricaduta di immagine di cui Osimo ha sempre beneficiato), in questo modo si rischia di spendere la stessa somma o più senza neanche risultare i soci dell’iniziativa!
Tutto questo, però, pur non confessabile, all’Amministrazione in carica sta più che bene essendo l’obiettivo (di allontanare ogni segno residuo di “latinità”) il risultato inseguito dagli uomini oggi presenti nella stanza dei bottoni attuale.
Ogni altra spiegazione o motivazione è noia.