E dopo la rete della bandiera messa a segno prevedendo in Bilancio il minimo sindacale in fatto di multe stradali, il Sindaco Pugnaloni mette a segno un nuovo gol portando la partita, news buone contro news cattive, sul 50 a 2.
E’ di queste ore la notizia che l’Amministrazione comunale ha, di fatto, deciso di dedicare ai migliori cittadini defunti, riconoscimenti alla memoria con tanto di targa su una pubblica panchina!
Requisiti indispensabili per ottenere la citazione: essere passati a miglior vita e lasciare su questa terra, oltre una vedova non ancora consolabile, anche una famiglia discretamente numerosa, di quelle che usavano una volta.
La notizia, al solito, non viene fornita dall’ufficio stampa di Palazzo comunale ma viene ricavata “per deduzione” dalle vicende che quotidianamente gli amministratori della città offrono in pasto ai propri cittadini.
Capita che questa amministrazione, dopo aver premiato alla memoria, nell’ambito delle civiche benemerenze 2016, la vedova di tal Leonardo Angeloni, auto nominato per un decennio “custode” volontario e non retribuito della pista ciclabile “Girardengo” di Campocavallo, pensi male di intitolare al de cuius qualcosa di altro.
Pensi male perchè c’è differenza dal premio comunale alla memoria dove l’unico requisito richiesto è quello di essere… morti – nel caso morte certificata dal Sindaco Pugnaloni, dal vice Pellegrini, dall’Assessore Bernardini (che è pure medico e qualcosa dovrebbe capirci) e dai Consiglieri Pasquinelli e Antonelli, oltre che dal Presidente Paola Andreoni – e un riconoscimento pubblico approvato anche fuori Osimo, nel caso dal Prefetto.
Cerchiamo di fare ordine. Se per ottenere un premio comunale alla memoria non serve alcuna specifica motivazione (tanto di questo passo, alla fìne della giostra, lo saremo tutti!) per intitolare a qualcuno una statua equestre, uno stadio, una scuola, una piazza, un corso, una via, un vicolo e persino un modesto angolo panchina in legno (?!), come avrebbe gradito fare l’Amministrazione Pugnaloni riconoscente in eterno ad Angeloni, occorre attendere il decorso minimo di anni 10 dalla morte del fulgido cittadino.
Nel caso specifico il 10 ricorreva ma stava ad indicare i mesi e non gli anni dal trapasso. E tutto questo – ha sottolineato il Prefetto Antonio D’Acunto a Pugnaloni, chiedendosi tra se e se… se questo Pugnaloni fosse lo stesso redarguito due mesi fa per la falsa notizia positiva di Rigopiano – non può essere fatto prima dello scoccare il decimo anno dalla scomparsa di chiunque.
Pratica respinta con punta di delusione e amarezza quando ormai sembrava che nulla ostasse al taglio del nastro tricolore; punta di delusione amarezza trasformata d’incanto in gioia proprio da OSIMO OGGI.
Non ci siamo presi la briga di contarle ma a Piazza Nuova, tra il verde alberato e/o la passeggiata, Osimo può contare su molte decine di angoli panchine, ciascuna da dedicare ad un osimano a scelta.
Basta saper attendere, passare a miglior vita e contare alla rovescia il lento, ma non troppo, trascorrere degli anni! E si perchè una volta trapassati gli anni passano veloci, quasi senza che ce ne s’accorga. Alla prima coincidenza utile con qualcosa che assomigli ad una elezione (la preferenza resta per le Comunali) e ognuno potrà star certo che il Sindaco pro tempore si ricorderà di noi.
“Dove ci vediamo stasera” – diranno tra molti anni gli osimani 2.0 – “Io direi a Piazza Nuova, attorno la panchina Pangrazi…”.