A confronto, da un anno all’altro, il report quotidiano pubblicato quotidianamente dal Dipartimento Salute della Regione Marche. Crolla il falso concetto di immunità al virus e soprattutto l’utilità di qualsiasi green o super pass. Tutti, di fondo, a parità di salute, abbiamo le stesse probabilità di contrarre il mal cinese. Resta il fondamentale apporto della vaccinazione (ormai vicina a soli quattro mesi di validità) per evitare le conseguenze di ospedalizzazione, terapia intensiva e morte
Tratto dal report quotidiano, emanato ogni giorno dal servizio Sanità della Regione Marche, a firma del Dirigente Marco GOZZINI.
Comune di Osimo: persone positive al Covid 19 alla data del 1° gennaio 2021: 159 (epoca forzatamente no vax).
Ieri, giovedì 16 dicembre 2021, praticamente un anno dopo, con popolazione coperta dal fluido vaccinale attorno all’88%, osimani positivi al Covid 19: 160!
Ripetiamo il dato, numeri che dovrebbero indurre tutti a pensare: senza lo scudo del vaccino, il 1° gennaio scorso, gli osimani riconosciuti ufficialmente affetti dal Covid 19 erano 159; ieri, oggi, in queste ore, gli osimani positivi al virus sono non solo dello stesso numero ma persino aumentati!
Cosa non va, come occorre leggere questi dati e soprattutto perchè il virus, nonostante una popolazione vaccinata 88 casi su 100, riesce a produrre lo stesso numero di ammalati?
Lo abbiamo chiesto al citato dottor GOZZINI, senza però ricevere, in 72 ore di attesa, alcun tipo di risposta. Nulla assoluto.
Abbandonati al destino di cronisti, ci siamo armati del solito ragionamento e provato a scoprire, col solo conforto della logica, dove è nascosto l’inghippo… scoprendo una quantità industriale di “acqua calda”, a partire dalla constatazione che vuole il 12% dei non vaccinati e l’88% dei coperti dalle conseguenze dell’infezione, sullo stesso, identico, piano rispetto alla probabilità di ingrossare il numero dei malati-Covid.
Nonostante il Ministero della Salute valuti la probabilità di ammalarsi non alla pari ma faccia pendere un rischio 4 volte maggiore sulle pelle dei no vax… la realtà dice che il numero complessivo degli infetti, ovvero il dato che più conta essendo costituito da vite umane, alla fine dei giochi mostra un saldo clamorosamente identico!
Da qui la prima contestazione ai dati regionali: conoscere quotidianamente il numero dei nuovi affetti, Comune per Comune, giorno dopo giorno, equivale a diffondere, all’alba ormai del terzo anno Covid, dati ormai poco significativi. Sarebbe molto più utile far sapere alla popolazione il numero di quanti hannno acquisito il Covid in regime di mancata copertura vaccinale e quanti si sono ammalati ugualmente ammalati pur risultando coperti.
Perchè il primo ragionamento, peraltro scontato, quasi ovvio, che la comparazione dei dati porta alla mente è la presa atto che uno stadio gremito di tifosi, siano essi tutti vaccinati, tutti non vaccinati o composto da spettatori misti, porta esattamente alle stesse conseguenze di rischio contagio. Ovvero il vaccino non allieva alcuna differenza.
Si dirà: bella scoperta! Si è sempre saputo. Vero, si è sempre saputo. Così come, probabilmente per favorire il raggiungimento di un tasso di vaccinazione maggiore possibile, lasciar credere, inconsciamente, tra vari strati della popolazione, che la vaccinazione garantiva e garantisce una sorta di immunità; immunità che non possiede.
Per essere più chiari affollare lo stesso stadio ddell’esempio di prima, ma ormai anche una sala da ballo, un teatro, un museo, la palestra o il ristorante, luoghi tutti occupati, come vuole la legge, da soli vaccinati con tanto di green o super green pass in tasca, non sposta il rischio contagio di molto. Probabilmente, se affrontati senza mascherina, di nulla.
Da qui, netta, traspare l’incongruità di un documento inutile come il green pass, trasformato celermente in super green pass una volta constatato che la copertura vaccinale non copriva l’anno sperato inizialmente e neanche i 9 mesi teorizzati; ma soltanto 6, forse addirittura 5, mentre a Londra già consigliano chiaramente di non lasciar scadere i 4 mesi per l’ennesima inoculazione salva vita.
Perchè è innegabile che il pregio dei vaccini, fortunatamente disponibili a tempo di record a pandemia in corso, è quello di presevarci dalla conseguenze nefaste a cui, fino ad un anno fa il mondo era esposto.
Se la possibilità di ammalarci è infatti la stessa, compiere la scelta di vaccinarsi ha i suoi bei vantaggi in fatto di evitare il ricovero, la terapia intensiva e la morte.
Casi di comorbilità a parte, le possibilità per un vaccinato (in regola con la terza e tutte le dosi che verranno) di dover ricorrere a cure ospedaliere sono 6 volte inferiori rispetto ad un soggetto no vax; ben 11 volte di scansare la terapia intensiva e quasi 5 di rinviare l’appuntamento con la morte.
Ergo vaccinarsi e ripetere puntualmente la dose di richiamo, ben sapendo di non aver acquisito alcuna immunità ma un pur sempre di aver acquisito in corpo l’unico salva condotto a cui affidare la propria vita.
Massimo Pietroselli