𝗣𝗿𝗼𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗮𝗯𝗯𝗿𝗲𝘃𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗲 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗰𝗼𝗻 𝘀𝗰𝗼𝗻𝘁𝗼 𝗮𝘁𝘁𝗲𝘀𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝟮𝟰 𝗳𝗲𝗯𝗯𝗿𝗮𝗶𝗼. 𝗗𝗮 𝗮𝘁𝘁𝗿𝗶𝗯𝘂𝗶𝗿𝗲 𝗼 𝗹𝗮 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗼𝗻𝘀𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝘁𝗼𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗰𝗮𝗺𝗲𝗿𝗶𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗣𝗼𝗹𝘃𝗲𝗿𝗶𝗴𝗶 𝗼 𝗶𝗻𝘃𝗲𝗰𝗲 𝘀𝗲, 𝗻𝗲𝗹𝗹’𝗼𝗺𝗶𝗰𝗶𝗱𝗶𝗼 𝘀𝘁𝗿𝗮𝗱𝗮𝗹𝗲, 𝘃𝗶 𝗳𝘂 𝘂𝗻 𝗰𝗼𝗻𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗲𝗻𝘁𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗼𝗻𝘀𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗻𝗲𝗹𝗹’𝗶𝗺𝗽𝗲𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗶𝗻𝗰𝗿𝗼𝗰𝗶𝗼 𝗱𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗺𝗲𝘀𝘀𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗖𝗮𝗿𝗴𝗼𝗽𝗶𝗲𝗿. 𝗚𝗲𝗻𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗱𝗶 𝗔𝘂𝗿𝗼𝗿𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗰𝗶𝘃𝗶𝗹𝗲
di Sandro PANGRAZI
Due anni e mezzo di carcere per la morte di Aurora CARUSO.
Questa la richiesta, con sconto per la richiesta dell’imputato di accedere al rito alternativo del processo abbreviato, che il PM Serena BIZZARRI del Tribunale di Ancona ha richiesto ieri per Mattia BURATTINI.
Era la sera del 4 ottobre 2022 quando la Alfa 147, condotta dalla commessa di “Risparmio Casa”, presso il centro commerciale Cargo Pier, venne travolta dall’Opel Astra sparata dal cameriere di Polverigi ai 115 orari, lungo l’ampio rettilineo dell’Adriatica.
A distanza di un paio di anni dal terribile schianto, le due parti convengono solo sulla velocità – appunto 115 l’ora in un tratto con limite fissato a 70 -sostenuta dal ragazzo nel tratto Ancona verso Osimo.
Una prima perizia (richiesta dalla Procura) attribuisce per intero la colpa al cameriere di Polverigi, oggi 23enne, per aver percorso il lungo rettilineo a velocità oltremodo rischiosa, oltretutto sorpassando incurante della doppia linea continua.
La perizia della difesa, al contrario, differisce proprio sulla questione del sorpasso puntando ad accreditare alla vittima una percentuale di responsabilità nell’incauto attraversamento dell’incrocio (all’epoca assai pericolo, specie di notte e regolato da stop) ovvero nella manovra di immettersi in direzione opposta di Ancona compiuta per fretta o senza guardare
Un particolare, questo del concorso di colpa, non di poco conto sia per la sentenza (attesa per il prossimo 24 febbraio da parte del giudice Francesca DE PALMA) che per l’entità dell’ulteriore risarcimento atteso dai familiari di Aurora, ad oggi liquidati dall’assicurazione solo al 50%, in attesa del verdetto processuale.
Da qui la richiesta dell’avvocato Matteo MAGISTRELLI, difensore del cameriere, di una terza perizia super partes per fare definitiva luce sul caso di omicidio stradale.
Di certo Mattia BURATTINI quando sfrecciava per l’Adriatica in direzione sud, han confermato gli esiti tossicologici riuniti nel processo, non era ubriaco né sottoposto ad effetto di droghe, come a lungo si è ipotizzato.
Aurora, invece, quella sera era appena uscita dal negozio, come tutte sere, ed era attesa a casa e poi in palestra, a Collemarino, dove abitava con i genitori e il fratello Andrea.
Un breve messaggino telefonico: “Parto adesso” postato alle 20.55, pochissimi attimi prima del tragico impatto. Un messaggio rassicurante alla madre Agnese BENDELARI, a segnalare di non preoccuparsi perché sarebbe arrivata per cena per poi dirigersi in palestra.
Lui, invece, un paio di disavventure stradali alle spalle che, a 21 anni, gli erano già costati il ritiro momentaneo della patente, era in ritardo.
La partita di Champions Inter-Barcellona aveva già preso avvio e avrebbe voluto seguirla con la comitiva dei propri amici, in un locale sulla costa.
Entrambi non arriveranno a destinazione ma con responsabilità diverse che verranno addebitate la prossima udienza.
Nel frattempo, circa un anno fa, lo scenario dell’incrocio è completamente mutato, rendendolo del tutto irriconoscibile rispetto ai fatti in giudizio.
Una maxi rotatoria, come da programma amministrativo, per collegare la città al nuovo ospedale Inrca in corso di ultimazione, è stata portata a termine, probabilmente anticipando di almeno un anno i tempi previsti, sulla spinta emotiva di quanto accaduto.
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