Un terribile raffreddore mette ko – 10 giorni – la sostituta dei due colleghi in pensione
POLIAMBULATORIO SENZA PACE,
MALATA L’IMPIEGATA SUPPLENTE!
Marcia indietro Asur per De Luca. Il primario di Pneumologia torna al lavoro ad Osimo!
“Signori, qui per una persona soltanto il lavoro è troppo…”. Il pensiero, prima che l’impiegata fosse colta da un terribile attacco di raffreddore, certificato con la necessità di 10 giorni di assoluto riposo, sarà certamente saltato in mente alla povera amministrativa inviata dall’Asur 2 allo sportello del poliambulatorio per sostituire gli ormai due ex colleghi assenti per raggiunti limiti di anzianità.
Mai malattia fu più benedetta. L’impiegata, anzichè lamentarsi dell’eccessivo carico di lavoro toccatole in cattiva sorte (del resto non si comprende come umanamente una persona possa smaltire il lavoro di due, specie nel settore pubblico), ha iniziato a soffiarsi il naso per scoprire, complice qualche spiffero di aria condizionata, che nonostante l’estate da record mondiale appena vissuta, si era beccata un raffreddore bello e buono!
Nulla di mortale, per fortuna e neanche che ponga a rischio qualsivoglia futuro (lavorativo o privato) ma certo le conseguenze non appaiono piacevoli per gli osimani.
Se l’Asur ha impiegato settimane e settimane per sostituire al 50% due impiegati passati a miglior vita lavorativa, cioè in pensione, quanto tempo potrà impiegare per coprire i 10 giorni di inabilità causa raffreddore certificati alla dipendente?
Proviamo ad ipotizzare. Grosso modo ci vorranno dai 7 ai 10 giorni, giusto il tempo necessario alla amministrativa per smaltire il raffreddore fuori stagione e tornare al lavoro a chiedersi… “Cavolo, ma non è possibile che tutta questa gente sia qui solo per me!”.
Attenderemo con pazienza l’esaurirsi di validità del certificato medico e toccheremo con mano. Così come, grosso modo sempre in quei giorni, attorno San Giuseppe, gli osimani potranno dare il bentornato al dottor De Luca e ai suoi collaboratori di Pneumologia.
Il primario e l’intero ambaradan, peraltro, al bentornato degli ammalati osimani avrebbe ampiamente rinunciato vista l’ormai abitudine di lavorare a Jesi, così come richiesto nell’accorato documento invernale noto come “Ceriscioli, portaci a Jesi!.
Dopo un primo si informale, a cui l’operazione “chiusura per ferie del reparto” sembrava propedeutica all’effettiva cessazione di ogni attività di reparto, le pressioni della politica osimana, per una volta, hanno avuto la meglio ottenendo, per San Giuseppe, il ripristino dell’attività di pneumologia da ambulatorio a reparto.
Come? Semplicemente facendo presente al primario De Luca e ai suoi collaboratori che il posto di lavoro per cui sono stati nominati prevedeva e continua a prevedere la sede ad Osimo.
Dunque, nonostante quanto messo in campo dai medici per trasferire oltre Musone la specialità medica nel ben più confortevole ospedale jesino, tutte le richieste, al momento, sembrano essere destinate a non essere accolte.
Fino a quando? Qui l’intreccio Asur-Inrca, se non si arriverà ad un reitero della richiesta di trasferimento a Jesi da parte del dottor De Luca, giocherà un ruolo decisivo… se mai la vicenda Pneumologia di Osimo sarà capace di protrarsi tale e quale fino a data da destinarsi.
E’ molto più probabile, invece, che alla prima occasione particolare (vedi vacanze di Natale e fino anno o grazie a qualche assenza prolungata per malattia) la palla possa essere ripresa al balzo e l’invito a chiudere i battenti, rinnovato a Ceriscioli.
Se ne saprà di più tra una decina di giorni quando alle promesse reiterate della politica dovranno far seguito i primi fatti concreti.