VICENDA SEVERINI,
CHIESTO L’ACCESSO AGLI ATTI
SU LA TESTA:
“NEL CARTELLINO L’UNICA VERITA’”
Ufficiale l’istanza di verifica sul documento. Il dipendente era in ferie o al lavoro?
L’affaire Severini-Pugnaloni, come prevedibile, dopo qualche giorno di riflessione, sta iniziando a far discutere la politica.
Condonato, per eccesso di materiale accusatorio, l’utilizzo improprio della fascia Tricolore, Su la Testa proprio in queste ore si appresta ad attaccare l’Amministrazione con una richiesta ufficiale di accesso agli atti, ovvero metter occhi laddove il Sindaco sembra mostrare il fianco con minorata: ha chiesto lui al dipendente comunale Bruno Severini di assentarsi dal lavoro – il giorno 18 ottobre – esortandolo a lasciare l’ufficio relazioni con il pubblico per utilizzare il dipendente pubblico come fotografo del proprio incontro privato?
La risposta al quesito, positiva o negativa, farà tutta la differenza del mondo; un conto è dare lustro al proprio mandato di Primo cittadino (che ancorchè a tempo pieno prevede ovvii momenti privati) e altra cosa è distogliere una pubblica risorsa dal normale servizio per ricavare un vantaggio personale non dovuto.
Ergo è pacifico che uno, la mattina del 18 ottobre 2017, all’incontro con il signor Matteo Renzi, è stato certamente padrone di organizzare la propria giornata senza vincoli e come meglio riteneva più opportuno, mentre l’altro, oggettivamente, non poteva, ne era tenuto a sapere se chi gli si stava parando di fronte era il Sindaco nel pieno delle proprie funzioni o solo il signor Pugnaloni in gita privata?
Come distinguere, per il povero dipendente, chi tra i due Pugnaloni fosse quello giusto? Sfidiamo chiunque a rispondere correttamente.
Oltretutto, a rendere l’interrogativo ancora più misterioso, ha pensato lo stesso Sindaco ponendosi di fronte a Severini bardato di tutto punto con tanto di fascia Tricolore!
Così quando il “falso Sindaco”, per intenderci, ha chiesto al dipendente di farsi trovare ad Osimo Stazione e poi alla Lega del Filo d’Oro per immortalare la vicinanza fisica del signor Pugnaloni col signor Renzi, Severini è scattato ad eseguire.
“Domani ci vediamo ad Osimo Stazione e poi alla Lega del Filo d’Oro per il servizio fotografico con Renzi” – avrà fatto sapere Pugnaloni al proprio fotografo di fiducia. E Severini è effettivamente andato, certo di esaudire una richiesta uguale mille volte alle mille e più già realizzate.
Suona dunque difficile imputargli, anche teoricamente, l’accusa grave di abbandono del luogo di lavoro. Che poteva saperne Severini che l’incontro tra i due signori – Renzi e Pugnaloni – non era un fatto istituzionale ma un banale fraternizzare politico?
Ovviamente nulla. Tanto che da buon pubblico dipendente Severini si è recato in ufficio per prelevare l’attrezzatura necessaria, in sua dotazione ma di proprietà comunale, per poi salire in auto (non è ancora chiaro se utilizzando la propria o ricorrendo ad un mezzo del Comune) ed infine raggiungere il nuovo “posto di lavoro” di Osimo Stazione e il successivo di Santo Stefano.
Il tutto, da bravo dipendente modello, non prima di essersi premurato di non lasciare pratiche inevase sulla propria scrivania e di avvisare il dottor Corvini, dell’ufficio Anagrafe, di “coprirlo”, ovvero inviare personale per la mattinata.
Bene. Fermiamoci un attimo a fare il punto di quanto sinora messo nero su bianco, in seguito ad un ragionamento logico.
Il signor Pugnaloni aveva un appuntamento privato con il signo Renzi ad Osimo Stazione per le ore 11 di mercoledì 18 ottobre.
Il signor Pugnaloni – innamorato da sempre della fascia Tricolore da cui, si dice, non si stacchi neanche un minuto, neanche quando sarebbe opportuno – dopo aver avvisato Severini, ha ripassato con una stiratina la fascia d’ordinanza ed esce di casa in direzione Osimo Stazione.
Qui Severini e Pugnaloni, in netto anticipo di almeno mezz’ora, si sono ritrovati sulla banchina ferroviaria ad attendere l’arrivo del Freccia Rossa lanciato in campagna o ascolto elettorale.
Ore 11 e seguenti del 18 ottobre: Severini e Pugnaloni proseguono la mattinata tampinando il signor Renzi fin su le colline di Santo Stefano, immortalando il segretario nazionale piddino in tutte le salse possibili.
Ore 13: fine della manifestazione e rientro in ufficio di Severini per la riconsegna della macchina fotografica e l’invio del materiale prodotto.
Fine della giornata, scoppio della notizia e inizio delle osservazioni politiche.
Ora la richiesta di Su la Testa di accesso al cartellino smarca tempo del dipendente per provare a fare chiarezza e incassare le prime risposte ufficiali alle troppe ipotesi in campo.
E’ vero o meno che il giorno 18 ottobre 2017, in orario mattutino, il dipendente comunale Bruno Severini era in regolare servizio presso l’URP del Comune di Osimo?
E’ vero che il dipendente comunale Bruno Severini, nell’assentarsi dal lavoro, ha chiesto all’ufficio Anagrafe di svolgere di svolgere le pratiche a lui assegnate per la giornata?
E’ vero che il dipendente Bruno Severini, nella stessa mattinata del 18 ottobre 2017 si è recato ad Osimo Stazione e alla Lega del Filo d’Oro durante la visita di Renzi?
A rispondere, una volta verificato dal cartellino l’andamento ufficiale della giornata lavorativa svolta da Severini, sarà chiamato Simone Pugnaloni nelle vesti, stavolta, di Sindaco.
Se le risposte saranno tre volte si la posizione professionale del dipendente va da se entrerà a forte rischio… al punto dal dover indurre Pugnaloni, moralmente parlando, ad attribuirsi ogni responsabilità dei fatti pur di salvaguardare il posto di lavoro dell’incauto ma innocente Severini.
Ma attribuirsi ogni responsabilità significherebbe si salvare la posizione di chi ha solo esaudito le sue richieste (pensandolo Sindaco impegnato come Sindaco) ma vorrebbe dire aprire un mare di polemiche destinato a non esaurirsi, c’è da scommettere, fino al momento del voto!
Come salvare capra e cavoli? Occorrerebbe immaginare un Severini sfegatato fans renziano, ma molto… richiedere una giornata di ferie per seguire passo-passo la sua visita osimana.
In questo caso, però, non troverebbe giustificherebbe l’utilizzo privato della macchina fotografica utilizzata da Severini la quale, pur essendo affidata alla custodia del dipendente, resta pur sempre di proprietà pubblica.
Insomma davvero un bel pasticcio da non invidiare.
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