MOLESTIE SESSUALI, LICENZIATO IL MAESTRO GATTI!
NEL 1987 OSIMO GLI APRÌ LA CARRIERA CON RABARBARO…
“Mani sul sedere e lingua in bocca…”, due soprano Usa denunciano solo oggi episodi datati 1995 e 2000!
I meno giovani ricorderanno, nel lontano 1987, esattamente era il 26 febbraio, le prime volte in scena dell’opera “Rabarbaro rabarbaro” del maestro Carlo Pedini, la prima regia teatrale di Pippo Baudo, appena passato all’emergente Canale 5 e in vena di esperimenti, e la prima volta sul podio, un vero e proprio battesimo, del talentuoso Direttore d’Orchestra Daniele Gatti, appena 25 anni, già comodo nei panni di enfant prodige nazionale.
Fu l’ultimo evento di spessore per il teatro “La Nuova Fenice”, capace di catalizzare, per qualche giorno, grazie a Baudo, la ribalta nazionale; furono giorni che la città, intesa come centro storico da vivere e gioia di esserci, non conobbe più.
Prima riservata ad autorità da tutta le Regione, amici degli amici e stampa da tutta Italia, anche la prima vera e propria riservata al popolo fece esaurire il tutto esaurito, così come tutte le successive, insufficienti per numero repliche.
Erano gli anni ruggenti, non solo italiani ma anche, nel piccolo della città, dell’Accademia di arte lirica che davvero spaziava a 360 gradi nel mondo ergendosi a qualificato punto di riferimento di settore.
Insomma non a caso sono trascorsi da questo ricordo oltre 30 anni, tutto è ovviamente cambiato. A cominciare dal Teatro, esaurito il ciclo del Festival organizzato giusto dall’Accademia, di li a poco chiuse per irrevocabili urgenze di messa in sicurezza e andò già bene che resto con i battenti serrati “soltanto” 12 anni, per riaprire nel 1999, ceduto nel frattempo al Comune, con un’altra serata da incorniciare dedicata al magico violino di Uto Ughi.
Tanti ricordi lontani nel tempo, personalmente legati agli esordi nella professione con “Corriere Adriatico”, per arrivare a bomba e finalmente ai giorni nostri con la notizia del licenziamento improvviso, dalla sera alla mattina, del maestro Gatti, oggi 56 anni, per mano dell’orchestra reale di Amsterdam a causa di “comportamenti inappropriati” denunciati sul Washington Post da due cantanti.
La nota a firma del Direttore generale dell’istituzione musicale olandese, prende avvio da un articolo del quotidiano americano pubblicato il 26 luglio, articolo che riporta il ricordo di due presunte molestie sessuali accadute nel lontanissimi anni ‘90 nei camerini dei teatri di Chicago e Bologna.
Ad accusare il direttore d’orchestra milanese sono due semi sconosciute soprano, Alicia Berneche e Jeanne Charbonnet.
La prima, attualmente 47 anni, è una soprano americana la cui carriera è legata essenzialmente al Lyric Opera di Chicago senza decollare fuori dagli Stati Uniti.
La donna sostiene che nel 1995, all’età di 24 anni e soprattutto al primo giorno alla Lyric Opera il maestro Gatti, all’epoca 34 anni, scese dal podio, durante delle prove, per andarle a parlare offrendole una ripetizione individuale nel proprio camerino; evento comune nel mestiere.
“Mi sono ritrovata le sue mani sul mio sedere e la sua lingua in gola…” – ha raccontato la Berneche al quotidiano di Washington.
L’artista americana, ritiratasi dalle scene nel 2016, ha esordito come librettista nell’opera “Thank you”, su musiche di Tim Rebers; dopo la prima al teatro lirico di Milwaukee non risulta essere più stata rappresentata, un pò come il nostrano “Rabarbaro rabarbaro” toccato in sorte a Gatti.
L’altra accusatrice è invece una soprano specializzata nel repertorio tedesco wagneriano; ha un curriculum di maggiore visibilità con recite all’Opera di Parigi e Francoforte, Liceu di Barcellona, La Fenice di Venezia e al Comunale di Firenze.
La Charbonnet ha dichiarato al quotidiano americano di essere stata molestata, sempre in camerino, questa volta a Bologna, nell’anno 2000 e precisamente durante l’allestimento de “L’Olandese volante”.
“L’ho spinto via e sono corsa fuori dalla stanza” – ha sostenuto. La soprano ha anche spiegato questa attesa, di ben 18 anni, per denunciare l’accaduto.
“Avevo paura di essere licenziata. Così, per evitare qualsiasi pericolo nel mese bolognese che restava mi sono persuasa di scrivere a Gatti, addirittura, una lettera di scuse in cui mi pentivo di “averci provato” con il Maestro”.
Da parte propria Daniele Gatti, tramite il legale Alberto Borbon di Torino, ha contro dichiarato di essere “esterrefatto” per “l’iniziativa assunta dal Presidente del Consiglio di Amministrazione e dal Direttore Generale della Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam nel cessare il rapporto di collaborazione” e di respingere “fortemente qualsiasi tipo di accusa”.
“Il maestro – si legge nella nota dell’avvocato Borbon – ha dato mandato ai suoi legali di tutelare la propria reputazione e di intraprendere eventuali azioni qualora tale campagna diffamatoria nei suoi confronti dovesse proseguire.”
Come sono lontani i rumorosi tempi osimani in cui la gente, già due ore prima lo spettacolo, si accalcava sulla piazza aspettando di guardare i fortunati che riuscivano ad entrare, nonchè Baudo, gli artisti, lo stessi Gatti.
Con il Direttore d’orchestra eletto, di gran lunga, vincitore della serata.
“L’autentica sorpresa – narrano, concordi, le cronache dell’epoca – è risultato il Direttore Daniele Gatti che è riuscito non solo a tenere insieme la fragile Orchestra Filarmonica Marchigiana e i numerosi cantanti dell’Accademia (tutti, o quasi, alle prime armi sulla scena) ma ha anche impresso all’eterogenea compagine una certa omogeneità e una notevole duttilità espressiva, piegata alle esigenze del ritmo teatrale.
Insomma meritatissimi gli applausi generosi e le grida di giubilo del pubblico osimano in sala.
Ad Osimo e al Maestro Gatti lo stesso augurio di poter ritornare a quei tempi.