Brillante operazione dei militari del Norm di Osimo. In carcere rappresentanti del politicamente corretto
Ufficialmente erano bravi cittadini. Talmente bravi da meritare un appartamento, a spese dello Stato, in provincia di Vercelli.
Al contrario, grattando appena sotto l’apparenza, sotto non è stato difficile, per i Carabinieri del nucleo Operativo di Osimo, far emergere la vera identità lavorativa di una coppia rom – Giuliano LAFFORE’, 43 anni e Daniela LABBIATI, 35 – che, grazie all’etnia innominabile poteva contare per i propri raid sulla base del campo nomadi di Jesi.
In questo modo moglie e marito hanno sbarcato il lunario fin dall’11 dicembre 2018, data contestata alla coppia, quale primo furto in auto, dal sotto Tenente Luciano Almiento.
Un tentato furto, ai danni dell’auto in sosta sul lungomare di Senigallia, ripetuto con svariati successi fino al 28 agosto scorso quando a San Biagio il duo Labbiati & Lafforè (la prima palo e il secondo operativo) ha visitato un’auto parcheggiata nei pressi del campo sportivo.
In mezzo, tra i due episodi, ricompresi in un arco di tempo pari a 260 giorni, la coppia rom ha messo insieme 63 denunce, viaggiando all’interessante ritmo di un colpo ogni 4 giorni. Per carità, bottini minimi da 50-100 euro l’uno, sufficienti a coprire le spese vive di viaggio e una serata in pizzeria. Niente a che vedere col diventare ricchi ma neanche così male da doversi lamentare.
Insomma Giuliano LAFFORE’ (ovviamente già pizzicato dalle Forze dell’Ordine) e la signora Daniela LABBIATI (più volte denunciata ma finita in carcere per la prima volta risultando, in passato, perennemente incinta!) l’avrebbero fatta franca come al solito se… anche loro non avessero sbagliato territorio di caccia, includendo la pericolosissima Osimo.
Seguendo un copione collaudato i due, nei loro raid – ben 16 nella sola nostra città – operavano sempre secondo il solito copione, vale a dire scegliendo l’auto a seconda del luogo in cui era stata parcheggiata.
In pratica, essendo l’obiettivo del raid il borsello con documenti e quattro spicci che spesso chi va a correre in campagna lascia in auto, i due malviventi privilegiavano le macchine abbandonate nei pressi della pista ciclabile di Campocavallo, oppure presso impianti sportivi, cimiteri o palestre. Tutti luoghi dove si va per fare sport e comunque dove borsa e borsello possono essere di intralcio.
Capita l’antifona il duo LAFFORE’-LABBIATI ha spesso avuto vita facile, tanto che i militari, pur contestando 63 episodi – 29 in provincia di Ancona, 20 in quella di Recanati, 4 in quella di Pesaro e 10 in quella di Rimini – hanno ragione di pensare che gli episodi dove le cose sono andate bene, senza lasciare tracce, siano in realtà molti di più!
Dopo ogni giornata di “duro lavoro” la coppia, saggiamente, evitava di far ritorno nella casetta offerta dallo Stato in Piemonte preferendo far calmare le acque e confondersi presso il sempre ospitale campo jesino di via Marx.
Non potevano immaginare, però, che i Carabinieri osimani erano da un pezzo sulle tracce lasciate, pronti ad intervenire al primo passo falso.
Errore che fatalmente la coppia ha compiuto allorquando, in un borsello, oltre a contanti e documenti, i nomadi hanno rinvenuto un postamat con tanto di codice segreto appuntato!
Nel presentarsi al postamat per ritirare un facile bottino di 600 euro, il volto di Daniela LABBIATI è però comparso nel procedimento interno di identificazione e sicurezza del sistema, con ciò firmando praticamente il doppio arresto.
Moglie e marito sono così finiti in manette, lunedì sera, quando il sotto Tenente Luciano Almiento ha materialmente bussato in casa della coppia esibendo il mandato di arresto concesso al Gip Carlo Masini dal sostituto Procuratore di Ancona Rosario Lionello.
Su entrambi pende l’accusa di concorso per 63 furti aggravati, nonchè il già citato episodio fatale dell’indebito utilizzo di carte di credito.