𝗢𝗿𝗲 𝟭𝟴.𝟯𝟬, 𝗮𝘁𝘁𝗲𝘀𝗼 𝗹’𝗲𝗻𝗻𝗲𝘀𝗶𝗺𝗼 𝗲 𝗱𝗲𝗳𝗶𝗻𝗶𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗳𝗮𝗹𝗹𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮. 𝗟’𝗮𝗽𝗽𝘂𝗻𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗲̀ 𝗳𝗶𝘀𝘀𝗮𝘁𝗼 𝗹𝗼𝗻𝘁𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗮 𝗼𝗰𝗰𝗵𝗶 𝗶𝗻𝗱𝗶𝘀𝗰𝗿𝗲𝘁𝗶, 𝗮𝗹 𝗿𝗶𝘀𝘁𝗼𝗿𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝗣𝗼𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗣𝗶𝗰𝗲𝗻𝗮 𝗰𝗮𝗿𝗼 𝗮𝗹 𝗚𝗼𝘃𝗲𝗿𝗻𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲; 𝗶𝗻𝘃𝗶𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗮𝗹𝗹’𝘂𝗹𝘁𝗶𝗺𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶𝗼𝗻 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲, 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗿𝗼𝗺𝗽𝗲𝘁𝗲 𝗹𝗲 𝗿𝗶𝗴𝗵𝗲, 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗖𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼-𝗗𝗲𝘀𝘁𝗿𝗮 (𝗨𝗱𝗰 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗿𝗲𝘀𝗼) 𝗲 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗺𝗼𝘃𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶, 𝗹𝗶𝘀𝘁𝗲, 𝗹𝗶𝘀𝘁𝗮𝗿𝗲𝗹𝗹𝗲, 𝗺𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗶 𝗲 𝗰𝗶𝘃𝗶𝗰𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶 (𝗦𝘂 𝗹𝗮 𝗧𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗿𝗲𝘀𝗼) 𝗽𝗲𝗿 𝗱𝗲𝗰𝗶𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗰𝗮𝗻𝗱𝗶𝗱𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮 𝘂𝗻𝗶𝘁𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗶𝗺𝗽𝗿𝗲𝗻𝗱𝗶𝘁𝗿𝗶𝗰𝗲 𝗦𝗶𝗿𝗲𝗻𝗮 𝗥𝗼𝘀𝗰𝗶𝗮𝗻𝗶 𝗮𝗱 𝗶𝗺𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗦𝗶𝗻𝗱𝗮𝗰𝗼 𝗱𝗶 𝗢𝘀𝗶𝗺𝗼. 𝗜𝗺𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲, 𝗮𝗹 𝗱𝗶 𝗹𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗱𝗶𝘀𝘃𝗮𝗹𝗼𝗿𝗲 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗶𝗺𝗽𝗿𝗲𝗻𝗱𝗶𝘁𝗿𝗶𝗰𝗲 𝗱𝗶𝗴𝗶𝘂𝗻𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝘀𝗼𝗹𝘃𝗲𝗿𝗲, 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗲𝗿𝗺𝗮𝘁𝗶𝘀𝘀𝗶𝗺𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶𝗼 𝗮𝗱 𝗲𝘅𝗰𝗹𝘂𝗱𝗲𝗻𝗱𝘂𝗺 𝗱𝗲𝗶 𝟰.𝟬𝟬𝟬 𝘃𝗼𝘁𝗶 𝗮𝗻𝗰𝗼𝗿𝗮 𝗯𝗮𝗻𝗰𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗮 𝗟𝗮𝘁𝗶𝗻𝗶
di Sandro PANGRAZI
La location sin’ora era conosciuta, ad Osimo, per aver ospitato il matrimonio, illo tempore, di Simone PUGNALONI e signora e, più modestamente l’amabile festa di compleanno, numero 62, di chi vi scrive.
Da questo pomeriggio, ore 18.30, il ristorante&BB “La Cipolla d’Oro” di Potenza Picena (praticamente casa ACQUAROLI) potrà annotare tra gli eventi osimani significativi anche l’aver ospitato la disperata iniziativa di Raimondo ORSETTI e Francesco ACQUAROLI – chi non muore si rivede – di mettere insieme i 657 cocci del prezioso vasellame di porcellana, andato in mille pezzi nell’ultra ventennale scontro epocale tra Centro-Destra e Liste civiche di ogni colore e gradazione.

Siamo in grado di annunciare, avendo tastato bene bene il terreno degli invitati e conoscendo troppo bene pregi e difetti di ogni singolo “pollo”, che il tentativo disperato – di fatto la bimba è nata morta – finirà peggio— mettendo a rischio la vita politica anche della mancata mamma Sirena ROSCIANI.
La maggioranza dei presenti, invitati da Francesco ACQUAROLI a dibattere, appunto, la possibilità di convergere sull’attempata imprenditrice osimana Sirena ROSCIANI (ultimo appiglio alla realtà, ahi Osimo solo virtuale, sognata da un ORSETTI segnalato in grave ribasso di strategia rispetto ai tempi belli) uscirà infatti da “La Cipolla d’oro” delusa e a stomaco vuoto, rispedita da ACQIAROLI a Osimo senza cena!

Ma perché, in ultima analisi, anche questo estremo tentativo di raggiungere la quadra tra tutte i protagonisti finirà in un nulla cosmico? Risposta semplice: tutti (intendendo per tutti sia i partiti che le varie liste e listarelle distaccatesi dalla casa madre civica) sono convinti di avere in portafoglio i voti che per trenta anni sono invece stati custoditi in banca da LATINI. E che li, ancora oggi, sul conte corrente a suo nome, permangono; almeno nella fetta più grossa.
Ma vai a farlo capire ad Achille GINNETTI (che ormai in banca conta solo quattro spiccioli di pensione politica), a Sandro ANTONELLI, ai vari ras dei partiti e partitini del Dentro-Destra, fino alle ultimissime liste elettorali immaginate dai fuori usciti dal bunker Latiniano.
Tutti sono capaci di giurare di essere riusciti a carpire al grande vecchio di Casenuove persino il voto della sorella, della moglie e della figlia… tanta è la voglia di farlo accadere.
Purtroppo “l’erba voglio” cresce con difficoltà persino nei giardini delle più potenti monarchie d’Europa… figuriamoci se Renato FRONTINI, “giardiniere” incaricato da un pò tutti gli attori in commedia, riuscirà a portarne stasera al “la Cipolla d’Oro”.

Il tentativo, lodevole nelle intenzioni, parte dunque male e finirà peggio perché, come nel kintsukuroi (per gli ignoranti di cose giapponesi, l’arte di riparare delle scodelle di porcellana utilizzando lacca “urushi” e polvere d’oro, così da enfatizzare i difetti dell’oggetto riparato, anziché provare a nasconderli senza successo) per ottenere il risultato finale serve la presenza di tutti i 657 pezzi creati dall’impatto con la realtà… e non solo 656 pezzi che sono tutti ma mancanti di uno!
La scodella ricomposta, per quanto valorizzata nelle linee di frattura proprio dalla lacca d’oro urushi, mancherà sempre, in maniera evidente, del 657° pezzo originale… senza il quale la scodella rimarrebbe fratturata e incompleta!

Il 657° pezzo mancante, è evidente, è rappresentato dai 4.000 voti rimasti in banca a Dino LATINI, esattamente quei 4.000 voti che tutti, ma proprio tutti, ritengono già, in parte, acquisiti alla causa dell’anti latinismo!
Ergo, Dino LATINI, sia pur doppiamente invitato da ORSETTI&ACQUAROLI (sia come leader Udc che come leader civico) potrebbe usare la buona creanza, magari, di presenziare e ascoltare, per la milionesima volta, il ragionamento di confermare la “conventio ad excludendum” – il no di tutti ad accogliere Su la Testa in coalizione – ma stamani potrebbe anche svegliarsi già stanco di riascoltare, in stereofonia, un disco rotto La-t, La-t, La t… e magari mandare in propria rappresentanza un bel biglietto con cari saluti.

Anche perché se è vero, come è vero che l’urushi d’oro a “La Cipolla d’Oro” non dovrebbe mancare… in contrada San Girio non dovrebbero mancare, anzi come da tradizione contadina vi figurano da sempre in abbondanza, nemmeno le ottime cipolle…
E le cipolle, notoriamente, a maneggiarle anche appena un pò, fanno prima arrossire gli occhi e subito dopo, dispettose, fanno pure piangere!
Sarà il caso, se non di cambiare location, almeno di provare a cambiar testa… se non subito almeno in ottica 2030 o – si spera per i nostri nipoti – 2035…
Nel frattempo il fronte opposto prende buona nota tifando per l’accoppiata zoppa ORSETTI-ACQUAROLI; Michela GLORIO invece saggiamente tace, acconsente e con educazione ringrazia.
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