𝗔𝗹 𝗰𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲 𝘀𝘂𝗹𝗹’𝗶𝗻𝗰𝗵𝗶𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝗰𝗮𝗿𝗮𝗯𝗶𝗻𝗶𝗲𝗿𝗶 𝗙𝗼𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮𝗹𝗶 𝗱𝗶 𝗔𝘀𝗰𝗼𝗹𝗶 𝗣𝗶𝗰𝗲𝗻𝗼, 𝗻𝗼𝗻 𝘁𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝗰𝗲𝗻𝗱𝗮 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗿𝗿𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲, 𝗶𝗻𝗱𝗲𝗯𝗶𝘁𝗮 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝟯𝟬𝟬.𝟬𝟬𝟬 𝗲𝘂𝗿𝗼 𝗶𝗻 𝗲𝗿𝗼𝗴𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗲 𝗺𝗮𝗹𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝗳𝗼𝗻𝗱𝗶 𝗲𝘂𝗿𝗼𝗽𝗲𝗶, 𝗾𝘂𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗶𝗹 𝗻𝗼𝗺𝗶𝗻𝗮𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗻𝗮𝘀𝗰𝗼𝘀𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗵𝗮 𝗿𝗶𝗰𝗵𝗶𝗲𝘀𝘁𝗼 𝘃𝗼𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝘀𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗼 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝗮𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼. 𝗥𝗲𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗻𝗲𝗿𝘃𝗼𝘀𝗮 𝗺𝗮 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝘁𝗿𝗮𝗰𝗰𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗲𝗻𝘁𝗿𝗮𝗺𝗯𝗲 𝗹𝗲 𝗰𝗼𝗮𝗹𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶, 𝗮𝗹 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗻𝗼𝗻 𝗳𝗮𝗿 𝗳𝗶𝗹𝘁𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗽𝗿𝗲𝗼𝗰𝗰𝘂𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗻𝗲𝗹 𝗿𝗶𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗲𝗹𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼. 𝗜𝗻 𝗿𝗲𝗮𝗹𝘁𝗮̀ 𝗹’𝗶𝗻𝗰𝗵𝗶𝗲𝘀𝘁𝗮, 𝗱𝗲𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗮𝘁𝗮 𝗶𝗻 𝗣𝗿𝗼𝗰𝘂𝗿𝗮 𝗮 𝗙𝗲𝗿𝗺𝗼, “𝗱𝗼𝗿𝗺𝗶𝗿𝗮̀” 𝘀𝗼𝗻𝗻𝗶 𝗯𝗲𝗮𝘁𝗶 𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝗼 𝘀𝗶𝗻𝗼 𝗮𝗱 𝗼𝘁𝘁𝗼𝗯𝗿𝗲, 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗻𝗼𝗻 𝗳𝗮𝗹𝘀𝗮𝗿𝗲 𝗹’𝗲𝘀𝗶𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗺𝗼𝗰𝗿𝗮𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗱𝗶 𝗥𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶 𝗺𝗮𝗶 𝗰𝗼𝘀𝗶̀ 𝗱𝗲𝗹𝗶𝗰𝗮𝘁𝗲
APPELLO URGENTE
Se in questo momento stai leggendo queste righe è perché, seppur con le difficoltà tecniche di cui ancora soffriamo (vedi la lentezza a caricare il sito), apprezzi a prescindere o sei almeno curioso di conoscere la notizia vista dal nostro speciale versante, con vista sulla nostra Verità.
Bene. E’ giusto che sia così. E’ sacrosanto che tutta la città condivida, a grande maggioranza, questo pensiero.
Francamente però, è altrettanto giusto che ognuno di voi, conclusa la pausa di lettura, decida di metter mano al proprio portafoglio elettronico, decidendo un proprio libero contributo solidale, utile anzi fondamentale a garantirvi le letture del futuro.
Nonostante gli appelli quotidiani partiti da Natale, i lettori che hanno seguito l’invito sono decisamente episodici, primule rosse… persino in parità rispetto a chi segue OSIMO OGGI dai più sperduti angoli del mondo.
OSIMANI TOCCA A VOI!

𝗣𝘂𝗼𝗶 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝘂𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗶𝗰𝗮𝗿𝗶𝗰𝗮 𝗮𝗹 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗼 𝗣𝗼𝘀𝘁𝗲𝗣𝗮𝘆 𝟱𝟯𝟯𝟯 𝟭𝟳𝟭𝟭 𝟯𝟭𝟯𝟳 𝟱𝟭𝟰𝟱 (𝗶𝗻𝘁𝗲𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝗗𝗶𝗿𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗦𝗮𝗻𝗱𝗿𝗼 𝗣𝗔𝗡𝗚𝗥𝗔𝗭𝗜)
𝗢𝗽𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝘂𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗯𝗼𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗮𝗻𝗰𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝗮𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗜𝗯𝗮𝗻 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝗱𝗿𝗼 𝗣𝗔𝗡𝗚𝗥𝗔𝗭𝗜 𝗜𝗧𝟳𝟵𝗝 𝟯𝟲𝟬𝟴 𝟭𝟬𝟱𝟭 𝟯𝟴𝟮𝟯 𝟯𝟴𝟬𝟵 𝟰𝟯𝟯𝟴 𝟭𝟮
𝗢𝗽𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝘂𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗶𝗻𝘃𝗶𝗼 𝗣𝟮𝗣 (𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗶 𝗮𝗴𝗴𝗶𝘂𝗻𝘁𝗶𝘃𝗶) 𝗮𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗶𝗹 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗥𝗲𝗱𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝟯𝟵𝟯.𝟯𝟯.𝟬𝟵.𝟯𝟲𝟲 – 𝗻𝗼𝗺𝗶𝗻𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗦𝗮𝗻𝗱𝗿𝗼 𝗣𝗔𝗡𝗚𝗥𝗔𝗭𝗜 – 𝗮𝗹 𝘃𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗲𝗹𝗲𝗻𝗰𝗼 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗪𝗵𝗮𝘁𝘀𝗮𝗽𝗽!
𝗢𝘃𝘃𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗲 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗚𝗥𝗔𝗧𝗜𝗦!
𝗜𝗻 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗰𝗮𝘀𝗼 𝗽𝗼𝘁𝗿𝗲𝘁𝗲 𝗿𝗶𝗰𝗲𝘃𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼 𝗿𝗲𝗮𝗹𝗲 𝘀𝘂𝗹 𝘃𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗰𝗲𝗹𝗹𝘂𝗹𝗮𝗿𝗲, 𝗰𝗼𝗽𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝘂𝗹𝘁𝗶𝗺𝗮 𝗻𝗼𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 𝗮𝗽𝗽𝗲𝗻𝗮 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗮 𝗢𝗦𝗜𝗠𝗢 𝗢𝗚𝗚𝗜, 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗮𝗻𝗱𝗮𝗿𝗹𝗮 𝗮 𝗿𝗶𝗰𝗲𝗿𝗰𝗮𝗿𝗲 𝘀𝘂𝗹 𝘀𝗶𝘁𝗼.
𝗩𝗲 𝗹𝗼 𝗰𝗵𝗶𝗲𝗱𝗲𝗿𝗲𝗺𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗶𝗹 𝗾𝘂𝗼𝘁𝗶𝗱𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮̀ 𝗻𝗲𝗰𝗲𝘀𝘀𝗶𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝘂𝘀𝗰𝗶𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹’𝗲𝗱𝗶𝗰𝗼𝗹𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘃𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗰𝗮𝘀𝗮.
Grazie!
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di Sandro PANGRAZI
La favoletta, a beneficio dei più creduloni, narra di un povero Appuntato scelto del gruppo Carabinieri forestali di Ascoli Piceno che, nel “notiziare” ad una sfilza di addetti ai lavori la chiusura di un’indagine, ha inserito per errore, tra i destinatari del dispaccio, anche il collega del “Il Resto del Carlino” Fabio CASTORI… facendo in tal modo scoppiare – mercoledì 18 giugno – un autentico putiferio mediatico su una vicenda pari a 300.000 euro di fondi europei, maneggiati da una identità, al momento nascosta, alla voce Consigliere regionale.

In realtà il malcapitato Appuntato scelto sarà solo il capro espiatorio di una verosimile inchiesta interna (che non porterà a nulla) nel tentativo buffo di scoprire il segreto di Pulcinella: come fare arrivare notizie ghiotte alla stampa, tanto più interessanti se date in pasto all’opinione pubblica a tre mesi esatti dal voto.

Per il disegno di danneggiare (e quindi favorire) quale parte politica, invece, non lo sapremo tanto presto; o meglio siamo certi che nulla dell’inchiesta che ha portato i i forestali piceni a denunciare cinque persone (il ricordato Consigliere regionale e quattro tra Presidenti e amministratori di un consorzio agricolo della Valdaso con sede a Fermo) emergerà prima dello scrutinio delle schede elettorali in procinto di essere votate dai marchigiani.
Una tregua di almeno tre mesi che non ha impedito, alle opposte parti politiche che si autosospettano l’un l’altro fino al massimo livello, di guerreggiarsi in privato a colpi di querele, minacciate e sporte.
Due in particolare i nominativi, l’uno per il Centro-Destra e l’altro per il Centro-Sinistra, che le diverse alleanze politiche stanno in queste ore facendo circolare con dovizia crescente di particolari, utili a riconoscere entrambi i possibili protagonisti, sulla cui identità, ovvero l’aspetto di gran lunga più interessante per i lettori e gli elettori, non possiamo far parola essendo l’informativa ufficiale stata fatta circolare in versione anonima.

Insomma tra gli addetti ai lavori, tutti sanno ma nessuno può sbilanciarsi più di tanto potendo, ciascuno, giurare sulla propria innocenza ma non già sulla colpevolezza presunta dell’avversario politico.
Su qualche social, in verità, nelle ore immediatamente seguenti l’uscita in edicola de “Il Resto del Carlino”, un Consigliere regionale, spinto dal popolo delle Rete, parrebbe essersi spinto in una sorta di “excusatio non petita” in cui il personaggio (a detta di chi ha avuto modo di leggere il post) si è chiamato fuori da ogni illazione, rilanciando immediatamente la palla in campo avversario.

Questione di pochissimo tempo. Il Consigliere firmatario della propria autodifesa, resosi conto in ritardo di calpestare un terreno a dir poco minato, ha pensato bene di rimuovere, assai presto, il post pubblicato… azzerando di fatto la partita.
Pare anche che a suggerirgli di farlo e di farlo rapidamente sia stato il collega del fronte opposto, deciso a sporgere querela.
Dopo di che a muoversi, nel fine settimana – con la vicenda messa a nudo dai Carabinieri forestali ormai di pubblico dominio (o quasi) all’interno del Palazzo regionale – è toccato ai massimi livelli RICCI e ACQUAROLI, giustamente entrambi preoccupati da avvenimenti sempre più pressanti.
Sia il Presidente della Regione che il suo sfidante pesarese, da quanto sappiamo, hanno sentito i propri rappresentanti “chiaccherati” chiedendo conto delle personali responsabilità politiche in ordine all’inchiesta in corso a Fermo.
In particolare RICCI, già alle prese (di rimbalzo) con la vicenda “Affidopoli”, avrebbe preteso il massimo dell’onestà intellettuale dal proprio collega di coalizione, ottenendola – grosso modo – al pari di ACQUAROLI con il proprio sospettato.
Dopo di che della vicenda, gettata sabbia a sufficienza per tirare un sospiro generale di sollievo, non si dovrebbe più parlare; almeno sino ad elezioni celebrate e voto non inficiato dallo scandalo che un nome certo avrebbe proiettato, drammaticamente per la democrazia, sull’esito della consultazione.

Stando alla ricostruzione fatta dal collega Fabio CASTORI per “Il Resto del Carlino” e – fatto assai strano – mai ripresa da alcun organo di informazione, tutto sarebbe partito da alcuni accertamenti, fatti dagli uomini della Forestale picena, sul Presidente ascolano del Consorzio agricolo della Valdaso.
Durante l’attività di verifica e controllo sarebbero venuti a galla elementi contabili poco chiari che hanno indotto i militari ad approfondire le indagini, anche attraverso l’utilizzo di intercettazioni telefoniche, resoconto che magari, ad ottobre, non ci meraviglieremmo destinato, per errore, a qualche Redazione.
In ogni caso, l’acquisizione della documentazione avrebbe portato i Forestali a convincersi di trovarsi di fronte a false attestazioni sottoscritte dal Consorzio (o contenenti omissioni rispetto al dovuto) al fine di assicurarsi, attraverso l’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) il finanziamento di fondi europei.
E non solo. Una volta ottenuto il denaro (si parla di un importi pari a 300.000 euro) la somma non sarebbe stata destinata alla realizzazione delle opere promesse o dell’attività programmata, ipotizzando il reato di malversazione, punito dalla legge con la reclusione da sei mesi a quattro anni.
Nelle intercettazioni telefoniche allegate agli atti dell’inchiesta, inviata per competenza alla Procura della Repubblica di Fermo, si parla apertamente di tangenti e di promesse di voto di scambio per tre possibili reati: corruzione, indebita percezione di erogazioni pubbliche e malversazione ai danni dello Stato di 300.000 euro.
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